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L’Europa boccia il rinnovo automatico delle concessioni ai balneari: “serve una procedura di selezione”

“Le concessioni di occupazione delle spiagge italiane non possono essere rinnovate automaticamente ma devono essere oggetto di una procedura di selezione imparziale e trasparente”. Questo si legge nella sentenza della Corte di Giustizia che nella tarda mattinata di ieri si è espressa su una vertenza che coinvolge l’Autorità italiana garante della concorrenza e del mercato e il comune di Ginosa (Taranto). Cosa succederà adesso?

Alla fine, è arrivata la tanto attesa sentenza della Corte di giustizia dell’Unione europea sui balneari. Un verdetto che conferma l’obbligo di riassegnare le concessioni tramite gare pubbliche lasciando però uno spazio di manovra. Le concessioni assegnate prima del 2009 non verranno toccate, mentre per quelle dopo tale data saranno messe a bando solo se la risorse è ritenuta scarsa.

Le ragioni della pronuncia

La Corte Ue è stata chiamata a esprimersi dal Tar di Lecce su nove quesiti che mettevano in dubbio l’applicabilità della direttiva Bolkestein alle concessioni balneari. Il contenzioso ha avuto origine nel Comune di Ginosa, che, come gran parte delle amministrazioni comunali, aveva esteso la validità delle concessioni fino al 2033 applicando la legge 145/2018. Ma ritenendo che tale delibera violasse i principi di concorrenza e libertà di stabilimento, l’Autorità garante della concorrenza e del mercato aveva notificato al Comune un parere motivato, ricordandogli l’obbligo di una previa procedura a evidenza pubblica e rilevando che le disposizioni nazionali di proroga automatica delle concessioni dovevano essere disapplicate.

Poiché il Comune di Ginosa non si è adeguato al suo parere, l’Agcm ha presentato ricorso al Tar di Lecce chiedendo l’annullamento della delibera del Comune di Ginosa; e il Tar, in una sentenza firmata dal presidente Antonio Pasca, aveva rimesso la questione alla Corte di giustizia europea, dubitando del carattere self-executing della direttiva e dell’effetto di esclusione delle norme nazionali difformi. Inoltre, il giudice Pasca ha espresso dissenso dall’orientamento del Consiglio di Stato secondo cui la direttiva 2006/123 è una direttiva di liberalizzazione e non già di armonizzazione.

Le decisioni della Corte di Giustizia

Nel comunicato stampa diffuso ieri, la Corte Ue ha ribadito l’illegittimità dei rinnovi automatici con cui l’Italia ha gestito le assegnazioni delle concessioni demaniali marittime, affermando che la direttiva Bolkestein “si applica a tutte le concessioni di occupazione del demanio marittimo, a prescindere dal fatto che esse presentino un interesse transfrontaliero certo”. Inoltre, nel valutare la scarsità delle risorse naturali utilizzabili per la messa a bando, i Paesi membri sono chiamati a basarsi “su parametri obiettivi, non discriminatori, trasparenti e proporzionati”. In aggiunta, la Corte ritiene che “l’obbligo per gli Stati membri di applicare una procedura di selezione imparziale e trasparente” per l’assegnazione delle concessioni, e “il divieto di rinnovare automaticamente un’autorizzazione” siano “enunciati in modo incondizionato e sufficientemente preciso dalla direttiva”.

“i giudici nazionali e le autorità amministrative sono tenuti ad applicare le norme pertinenti di diritto dell’Unione, disapplicando le disposizioni di diritto nazionale non conformi alle stesse”. Conclude la Corte di Giustizia europea.

Quali sono gli spazi di manovra per il Governo Meloni?

La maggioranza dovrà avviare al più presto la mappatura delle spiagge, anche perché la delega scade il 27 luglio, con un’istruttoria che dovrebbe coinvolgere l’Agenzia del Demanio e la Capitaneria. Il problema è che, come ricordato dal Ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “alcune regioni sono più avanti, altre più indietro”.

Ora il dossier sarà sul tavolo interministeriale che sarà convocato nei prossimi giorni. Ne faranno parte il Mit, Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Mimit, Ministero delle Imprese e del Made in Italy, il Mef, Ministero dell’Economia e delle Finanze, e le associazioni di categoria e sarà in capo a Palazzo Chigi come previsto dal dl Milleproroghe.

“La sentenza della Corte di giustizia Ue sulle concessioni balneari conferma la bontà dell’impianto di lavoro del governo, con particolare riferimento alla mappatura già prevista da leggi precedenti e ribadita nel decreto Milleproroghe. Il tavolo tecnico potrà quindi da un lato avviare questa imprescindibile ricognizione e dall’altro contribuire a definire il criterio della scarsità della risorsa, così come indicato proprio dalla sentenza odierna. Quando si discute della vita di migliaia di aziende e di un settore che da anni vive una situazione di incertezza, non si può ragionare come se fosse un derby costante, né utilizzare sentenze complesse e articolate come una clava politica contro un governo o una categoria come vediamo fare in queste ore dall’opposizione”. Ha dichiarato Carlo Fidanza, europarlamentare di Fratelli d’Italia.

Soddisfatto il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini: “La sentenza della Corte di giustizia dell’Ue dà ragione all’approccio della Lega. È un grande successo per l’Italia che ci permette di tutelare migliaia di famiglie e di imprese balneari. La nuova mappatura dele spiagge fatte dal Mit e, come sempre, verranno utilizzati criteri di buonsenso”.

“Come Lega, – ha dichiarato il Senatore Roberto Marti – ci battiamo da anni per quello che oggi trova riscontro nella sentenza della Corte di giustizia europea: l’eventuale applicazione della direttiva sulla concorrenza, anche alle concessioni balneari italiane, passa per la verifica della “scarsità della risorsa. Oggi si compie un passo avanti importante per accelerare, come la Lega chiede da tempo, con la mappatura delle spiagge”.

 

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