Nel mondo, 236.000 persone muoiono per annegamento. Le vittime più frequenti sono i bambini tra 1-4 anni, seguiti da quelli di età compresa tra 5-9 anni. A evidenziarlo sono i numeri diffusi dall’Organizzazione mondiale della sanità. In Italia, da maggio a oggi sono state oltre 20 le vittime, di cui7 bambini.
“Chiunque può annegare, ma tutti possono fare qualcosa per salvare delle vite”. Con questo obiettivo, sui social verrà lanciata a breve una campagna con 6 misure di prevenzione da promuovere per ridurre drasticamente il rischio di annegamento. Vediamo quali.
- iscrivere a un corso di nuoto i bambini in età scolare: imparare competenze di base di nuoto riduce notevolmente il rischio di annegamento; al contrario, non bisogna pensare che indossare i braccioli o la ciambella basti a far stare sicuri, perché non sono dispositivi salvavita.
- assicurarsi che i bambini siano costantemente sorvegliati: che siano nei pressi di uno stagno, un fiume, una spiaggia o una vasca da bagno, è sempre necessaria la supervisione attenta di un adulto che sia in grado di rispondere subito al bisogno di aiuto. Inoltre, e piscine vanno sempre protette con barriere quando non sono in uso.
- promuovere nella popolazione generale la frequenza di corsi di salvataggio e rianimazione: la sopravvivenza dopo l’annegamento, infatti, migliora se la rianimazione cardiopolmonare viene eseguita appena la persona viene rimossa dall’acqua.
- che si tratti di motoscafo, canoa o canotto, l’Oms consiglia poi di indossare sempre un giubbotto di salvataggio quando si viaggia in acqua, a prescindere dall’abilità nel nuoto.
- verificare, prima di salire su qualsiasi imbarcazione, le condizioni meteo e la presenza di adeguate attrezzature di sicurezza.
- Ognuno di noi può contribuire a salvare delle vite condividendo informazioni e il materiale della Campagna con l’hashtag #DrowningPrevention sui social.